mercoledì 8 febbraio 2012

Quanto costa la “glasnost”? <br>A tu per tu con Susanne Scholl

da Comunicazione TBF12

Non certo un paradigma di democrazia e di civiltà: ben altro emerge dal reportage “
Russia senz'anima?”  (Zandonai, 2011) della giornalista austriaca Susanne Scholl, che sarà tra gli ospiti del Trentino Book Festival. Abbiamo voluto rivolgerle qualche domanda a proposito del lavoro d'indagine, della ricerca della trasparenza ('glasnost', in russo). Per quanto potente resti il fascino mediato da Puskin, Tolstoj, Lermontov, è per tutti è utile un aggiornamento su una professione scomoda fino a mettere in forse la vita.
Giornalismo e scrittura di denuncia si somigliano o stanno in una relazione di complementarietà? E in ognuno dei due ambiti, cosa ad un autore non dovrebbe essere mai negato?
Ad un autore non dovrebbe mai essere negato di parlare con le persone su cui pensa di scrivere e non soltanto per alcuni minuti ma con tranquillità, con tutto il tempo necessario a creare un rapporto di confidenza. Inoltre, non dovrebbe mai essere negata la possibilità di riflettere con calma sulle cose sentite, viste e vissute e di decidere lui stesso in che forma trasportare le informazioni ottenute.



Proprio la Sua militanza come giornalista l’ha portata a legarsi in amicizia con professionisti della qualità di Anna Politkovskaja. Cosa deve sapere chi si affaccia alla professione in tempi tanto incerti, in cui la verità ha troppo spesso il prezzo del sacrificio personale?
Condivido con Anna Politkowskaja la convinzione che il giornalista ha una responsabilità verso la società in cui vive. e più verso le persone con cui ha a che fare in quanto giornalista. Per quel che riguarda i giovani, ho un solo consiglio da dare: non mancare mai di rispetto agli interlocutori, e più che altro che incontriamo e di tener sempre presente, che non sempre sappiamo tutto su tutto e su tutti!

L’attualità, evidentemente, è per Lei al centro degli interessi e della ricerca. Perché il Suo ritratto della Russia arriva soprattutto da sguardi femminili?
Ho lavorato pensando a persone care, con cui ho condiviso molte esperienze molto importanti quando stavo a Mosca. Si tratta, è vero, per la più parte di donne. Forse è un caso, ma forse anche no, perché in tempi difficili in Russia sono sempre state le donne a portare avanti la vita. Il che, verosimilmente, vale non solo per la Russia.

Dal suo punto d’osservazione, quali minacce gravano sul futuro del grande Paese in cui si può soltanto "credere", per riecheggiare Tjutčev?
La minaccia più grande per la Russia sarebbero altri 12 anni di stagnazione sotto un presidente Putin. ma da quanto sembra in questo momento, questo pericolo forse sarà minimizzato nel futuro prossimo - ancora una volta la Russia che sembra così ovvia ci dimostra di essere più sorprendente di quanto non si pensi!

Sta lavorando a un nuovo progetto? Può anticipare qualcosa ai lettori che la incontreranno nei giorni del Festival?
Sto scrivendo un romanzo sul tema: vita di profughi in Austria, ed ho altri due progetti non ancora molto vicini alla realizzazione, tra cui in libro sui russi negli Usa.

Nessun commento:

Posta un commento