martedì 19 giugno 2012

Roberta Bruzzone: il caso Chico Forti e Telefono Rosa


 
Incontro moderato da Sergio Damiani, giornalista de "l'Adige", quello di sta mattina all'ex caseificio con la criminologa e Presidente dell'Accademia Nazionale di Scienze Forensi, Roberta Bruzzone che ha pubblicato quest'anno per Mondadori il libro "Chi è l'assassino? Diario di una criminologa".

"Non so se sono stata io a scegliere di diventare una criminologa o se sia stata questa professione a scegliere me" sono queste le parole di Roberta Bruzzone mentre racconta di come sia nata la sua passione per questo lavoro. "Dopo tanti anni ora ho la possibilità di permettermi di scegliere i casi di cui occuparmi e di solito punto su quelli in cui la giustizia viene calpestata, violata".



Il capitolo dedicato al caso di Chico Forti in carcere da tredici anni negli Stati Uniti, perché accusato di omicidio è stato il tema principale dell'incontro di questa mattina. "Ho sempre creduto nella superiorità metodologica forense degli USA, a dispetto del nostro Paese in cui si deve ancora lavorare molto in questo senso, ecco perché sono rimasta molto delusa di come sia stato condotto il caso di Chico Forti". La criminologa ripercorre le vicende che l'hanno vista interessarsi a questo caso "gli hanno costruito un vestito da colpevole che non gli appartiene" ribadisce, "la sensazione che provo è quella di una feroce ed insaziabile indignazione".

Ma non si è parlato solo di Chico Forti. Ambasciatrice di Telefono Rosa la Bruzzone ha trattato il tema della violenza sulle donne. I dati: dall'inizio di quest'anno sono già 75 le donne uccise ad opera del proprio partner o ex. "Purtroppo le donne e i bambini nel nostro Paese sono considerati vittime di serie B" afferma la Bruzzone "infatti nel 60% dei casi le donne che vengono uccise avevano già precedentemente denunciato dei maltrattamenti". La cosa scioccante è che il 60% dei delitti che avvengono all'interno delle mura domestiche vengono compiuti con la consapevolezza da parte del colpevole di restare impunito. Con una frase di forte impatto viene conclusa questa parte di intervento da parte della criminologa "ci sono troppo donne che stanno per morire". 
 
Moira Pederzolli - lavalsugana.it

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