Quale ruolo ricopre l'albo illustrato in un'infanzia come è quella odierna, indirizzata sempre più verso le tecnologie, come ad esempio i tablet e gli e-book?
(M.C.) Gioca un ruolo fondamentale. L'esperienza di lettura di un albo illustrato non sostituisce la lettura su tablet o di un ebook ma la integra. L'albo illustrato dà modo al giovane lettore di sviluppare le competenze narrative e l’alfabetizzazione visiva: soffermarsi sulle figure, avanzare, saltare pagine, ritornare sulle pagine lette, cercare dettagli visivi e ricondurli alla trama letteraria, senza l'impellenza o la frenesia di inseguire o scoprire gli accattivanti "effetti speciali" di un ebook o di un’app aiutano a maturare una modalità di lettura diversa, più riflessiva, più profonda. Sono due esperienze di lettura diverse, che possono serenamente convivere assieme.
Quanto potenziale può avere come strumento di "cura" per se stessi e per gli altri un albo illustrato?
(M.D.) La cura è un aspetto universale della vita umana. Dall’esperienza di qualcuno che si prende cura di noi comincia (come hanno confermato anche la psicoanalisi e la psicologia dello sviluppo) il senso dell’esserci e si costituisce una dimensione originaria dell’educare. La narrazione, dove il linguaggio delle parole è arricchito dalle tonalità affettive della corporeità e della sinestesia (l’uso contemporaneo e con-fuso di tutte le facoltà e le risorse percettive) dà luogo a uno dei momenti di più autentica e intensa relazione di cura: come nell’esperienza di allattamento, del cambio, delle coccole, la relazione narrativa non è semplicemente dato al piccolo ma co-costruito nella relazione adulto-bambino.
Perché insegnanti, educatori e genitori non sono "formati" nella scelta di validi albi illustrati?
(M.C.) Ci sono molte ragioni. Il mondo dell’editoria per ragazzi è in rapido cambiamento. Ogni anno vengono pubblicato oltre 2.200 titoli, circa 180 titoli al mese. E’ difficile per un “non addetto ai lavori” riuscire ad orientarsi in un mercato così vasto. Sono ancora pochi gli strumenti e le iniziative che consentono ad un insegnante o ad un educatore di essere puntualmente aggiornato sulle uscite qualitativamente più interessanti (si pensi ad esempio alla difficile situazione economica in cui versano le librerie per ragazzi indipendenti o la sezione ragazzi in talune biblioteche pubbliche). Infine, vige ancora un pregiudizio nel mondo della scuola e dell’educazione, difficile da estirpare: l’indiscusso e indiscutibile primato della parola sull’immagine.
Quali sono i vantaggi dal punto di vista culturale che un bambino può acquisire con la lettura di un albo illustrato di qualità?
(M.C.) La presenza delle immagini facilita il coinvolgimento e la partecipazione dei bambini alla pratica della lettura e amplia le possibilità di accesso alla trama narrativa. La lettura ad alta voce degli albi illustrati costituisce un prezioso strumento di formazione al pensiero narrativo sia per i bambini più piccoli, quelli dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia per intenderci, sia per i bambini della scuola primaria e per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado: si pensi, ad esempio, ai bambini che provengono da altri Paesi e debbono cimentarsi con l’apprendimento di una nuova lingua, o ai ragazzi con evidenti difficoltà di lettura (dislessici, ipovedenti o con difficoltà cognitive). Le figure possono offrire alla vita di classe un nuovo spazio di fruizione e libera discussione in cui tutti, anche i più svantaggiati, possono intervenire con rinnovato interesse. La lettura degli albi illustrati diventa un luogo educativo ineludibile per lo sviluppo, in ambito narratologico e non solo, del pensiero sequenziale, ovvero di una forma di pensiero articolata, composita, a più lenta elaborazione, basata su modelli inferenziali complessi e di lunga durata. Infine, è indubbio che la frequentazione di albi illustrati, caratterizzati da linguaggi iconici dissimili e divergenti, stimola nei bambini una sensibilità visiva ed estetica più spiccata: i bambini non ricercano solo immagini familiari, rassicuranti, strettamente referenziali ma si aprono all’esplorazione di universi visivi “altri” caratterizzati, ad esempio, la linguaggi iconici astratti, surreali, fantastici, ecc.
A quanti anni un bambino può avvicinarsi / essere avvicinato a questo tipo di lettura? E prima, come è possibile avviarlo ad una lettura di questo genere?
(M.D.) Non appena un bambino è in grado di riconoscere un’immagine e di compiere processi di concatenazione sequenziale, di comprendere le parole dell’adulto l’iniziazione al pensiero narrativo può cominciare. Ci sono libri e strumenti adatti anche ai piccolissimi, anche se il problema più importanti, con i piccolini, riguarda la capacità del narratore-mediatore, cioè l’adulto.
Nel saggio sulla potenzialità delle immagini viene dato largo spazio all'albo "Dentro me". Albi come questi, dove il bambino è spinto ad analizzare se stesso ed esprimersi nella sua piena totalità possono essere uno punto di svolta per il lettore nel suo modo di vedere e interpretare il mondo?
(M.D.) Dentro me è un albo bellissimo, come quasi tutti (se non tutti) quelli pubblicati dell’editore Topipittori. Ma qualunque racconto di qualità, il che significa che sia le immagini che il testo si prestano non a un’interpretazione unica ma apre alla complessità, è un ingrediente della costruzione della conoscenza e della conoscenza di sé perché l’essere umano, come dice il filosofo Ernst Cassirer, è un animale simbolico e chi non possiede e perfezione competenze simboliche non conquista e non costruisce compiutamente la propria appartenenza alla comunità umana. Galimberti scrisse una volta che l’adulto che non legge e non conosce storie è un vero handicappato. Ha perfettamente ragione.
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