mercoledì 24 aprile 2013

Una ballata con la Balena Bianca sulle note di Vinicio Capossela

Un viaggio tra vascelli fantasma, equipaggi maledetti, sirene, madonne, balene pastori e menestrelli, sulle parole e melodie di Vinicio Capossela. In anteprima nazionale “sbarca” al Trentino Book Festival 2013 “Moby Dick: la ballata della balena bianca”, testo teatrale tratto dal romanzo di Melville, riadattato dall’Accademia d’arte teatrale di Verolanuova (Brescia), che è una summa di tutte le produzioni letterarie, musicali, artistiche che il libro (pubblicato nel 1851) ha ispirato fino ad oggi. Sul palco 28 attori, d’età compresa tra i 17 e i 40 anni, che tra frammenti di vele e corde racconteranno la spedizione mortale del maledetto capitano Achab attraverso gli occhi del narratore Ismaele, l'unico passeggero della nave destinato a sopravvivere ad un epilogo già segnato fin dall'inizio. «Volevamo affrontare i tormenti di quest'uomo (Achab ndr.) inquieto - commenta il regista, Pietro Arrigoni - che affascina per la sua fragilità nonostante la sua irruenza, un uomo che è determinato ma fragile nelle cose, un uomo contemporaneo, di un'attualità straordinaria, che ci fa capire come e cose si ripetano da un certo punto di vista. Il nostro è un teatro di parole e movimento, - continua – privilegiamo la bellezza della parola in teatro che aiuta a scavare il carattere psicologico delle relazioni».
Avvolti da un'atmosfera lugubre e umida, tra i legni di una nave che a prima vista sembra “fantasma”, viaggia l'equipaggio formato, oltre che dal capitano, dagli ufficiali di diversi gradi, dai ramponieri, dal cuoco, un suonatore di tamburello, da una vedetta, da alcuni marinai, da uno strano individuo asiatico che sembra essere legato come un'ombra ad Achab e da padre Mapple, che parla attraverso sermoni tratti dai libri di Giona e di Giobbe. «Il vero e proprio impianto scenico - spiega Arrigoni – sarà formato dall'intreccio di relazioni tra i protagonisti, la scenografia sarà molto scarna. Questo perché quello che ci interessa di più e sottolineare la potenza dell'argomento dal punto di vista emozionale». Spettrali preghiere si alternano ai canti allegri dei marinai ubriachi di rum, sirene/prostitute che cantano con oscena malizia si affiancano a tre figure angeliche di donne che incarnano le tre navi che il Pequod incontra (la Virgo, la Rachele, la Delizia) lungo questo folle viaggio. «Poter partecipare ad un appuntamento così prestigioso come il Trentino Book Festival - chiude il regista - per noi è molto importante per la sua caratura nazionale, soprattutto per i ragazzi». Un ottima occasione per “imbarcarsi” in un viaggio inevitabilmente metafisico, in cui il porto iniziale, solo alla fine si rivelerà essere il ventre del Grande Leviatano, il mostro marino descritto da Giobbe come “re su tutte le fiere  più superbe” (Vecchio Testamento, 41, 1 - 20/24 - 27).

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